Landini: attacco all’alto di gamma

Marchio leader nel settore dei trattori compatti, specialistici e aziendali, Landini vuole esser tale anche nelle classi di alta potenza. Proprio in tale ambito si collocano infatti i nuovi serie “7 Robo-Six” model year 2020, mezzi ricchi e innovativi, ma sempre molto “Landini” in termini di facilità di gestione.

Crescere, innovarsi e far proprie le più attuali tecnologie, ma restando sempre fedeli a se stessi, alle proprie tradizioni e alla propria immagine. Questa, in sintesi, la sfida che devono affrontare i tecnici Landini ogni volta che si accingono a progettare una nuova macchina, soprattutto se destinata a soddisfare i palati degli operatori tecnologicamente più esigenti. Accade che per catturare le attenzioni di questi ultimi non ci si possa esimere dal proporre loro mezzi ricchi nelle dotazioni e generosi in termini di prestazioni, sapendo però che chi si avvicina al marchio Landini non cerca solo contenuti e prestazioni. Cerca anche affidabilità e facilità di gestione, con la seconda connotazione che deve abbracciare tutte le funzionalità di bordo, da quelle prettamente meccaniche a quelle idrauliche ed elettroniche.

I Landini devono in definitiva essere trattori in grado di sostenere al meglio tutte le pratiche agricole attuali e in divenire a livello di contenuti, ma senza essere troppo futuribili, un equilibrio già di per sé non facile a realizzarsi e arduo da raggiungere quando si deve rispondere a un programma di sviluppo aziendale che punta a replicare nell’alto di gamma i successi commerciali maturati dal Marchio nelle classi di potenza medie e basse oltre che in ambito specialistico. Proprio in tale direzione guardano in effetti i nuovi serie “7 Robo-Six” modello 2020, tre trattori da 190, 210 e 225 cavalli di potenza massima che fungono da alfieri per una più ampia linea di prodotto destinata a sostituire progressivamente gli attuali serie “7” man mano che usciranno di produzione causa i loro motori stage IV.

La nuova gamma non si deve però credere che si proponga solo ed esclusivamente con motori omologati in stage V in luogo dei precedenti. Come già successo in occasione di altri passaggi di emissionamento, Landini ha infatti approfittato della cosa per rivedere ex nove i contenuti delle sue macchine, ivi compresa l’immagine con la quale da qui ai prossimi anni si proporranno al mercato tutti i trattori di Fabbrico, indipendentemente dal modello. Nuove cofanature quindi, caratterizzate da un design moderno e personale teso a trasmettere messaggi di forza e vigore, ma senza scadere in quell’aggressività fine a se stessa che oggi troppo spesso connota lo stile dei trattori di alta gamma. Anche esteticamente i serie “7 Robo-Six” si propongono quindi quali vere e proprie nuove macchine, anche se realizzate sulla base della stessa piattaforma collaudata e affidabile che caratterizzava i precedenti serie “7”.

A conferma, la presenza dello chassis di ghisa che collegandosi ai carter posteriori della trasmissione e del differenziale realizza uno dei carri più robusti del comparto, una struttura in grado di resistere alle sollecitazioni più gravose isolando peraltro da queste ultime il motore, un sei cilindri di produzione Fpt Industrial serie “Nef67” emissionato in stage V mediante sistemi doc, dpf e scr integrati in uno unico corpo. Niente egr dunque, a tutto vantaggio del contenimento dei consumi, obiettivo peraltro perseguito anche mediante il ricorso a una trasmissione powershift a sei stadi affiancata da un cambio robotizzato a cinque gamme, gruppi in grado di realizzare, se abbinati a un super riduttore, fino a 54 rapporti 27 dei quali disponibili in retro grazie alla presenza di un inversore elettroidraulico operante sotto carico e programmabile nella reattività.

Così concepita, la trasmissione si rivela particolarmente vantaggiosa in termini di minimi assorbimenti energetici quando il trattore viene utilizzato per far fronte ad attività pesanti e continuative espletate con carichi di acceleratore e regimi motore fissi, fermo restando che le numerose funzioni robotizzate integrate nella centralina emula poi da vicino in termini di automazione i cvt assimilando a essi anche la facilità d’uso. Un esempio in tal senso le modalità di lavoro “Speed matching”, che adegua elettronicamente la marcia in base alla velocità, “Range skip”, che permette di effettuare rapidi salti di gamma, e “Smart aps auto powershift”, che effettua il cambio automatico delle marce con passaggi programmabili in base all’ottimizzazione dei consumi.

A minimizzare questi ultimi punta anche la modalità di lavoro “Eco” cui si contrappone la modalità “Power” che privilegia invece le prestazioni di punta. “Eco” permette di procedere su strada a 40 chilometri l’ora a regime motore ridotto, mentre “Power” assicura capacità di traino su strada molto superiori alle canoniche 20 tonnellate se si dispone di un rimorchio allineato ai più recenti standard costruttivi europei. In entrambi i casi la centralina decide se attuare o meno anche i cambi di gamma permettendo all’operatore di concentrarsi solo sulla guida dimenticandosi del cambio e della frizione. E non solo su strada o in fase di passata in campo. Lo stesso accade quando si deve invertire la marcia o si è impegnati in movimentazioni attuate con un caricatore frontale grazie al fatto che per arrestare la macchina e cambiarne la direzionalità basta agire su freni e inversore, gli unici comandi su cui si deve anche intervenire per partire da fermo, in piano o in salita non fa differenza, lasciando che sia la centralina a gestire le frizioni in base al carico motore.

Da segnalare anche i sistemi “Engine Brake” e “Landini Fleet Management”. Il primo accentua in discesa l’effetto freno-motore minimizzando di conseguenza l’uso dei freni di servizio. “Landini Fleet Management” misura invece l’efficienza del cantiere di lavoro in termini di consumi, ore di attività ed esigenze di manutenzione trasmettendo in tempo reale i dati rilevati o calcolati a un portale che consente a ogni singolo gestore di flotta di monitorare i costi di esercizio dei propri mezzi intervenendo anche per massimizzare l’attività. Il sistema ovviamente permette anche di geolocalizzare ogni singola macchina e quindi di certificarne il lavoro nel caso ciò fosse necessario, funzioni rese possibili da un’elettronica di bordo avanzata integrante anche le predisposizioni isobus, per interfacciare il trattore con le attrezzature in uso, e quella satellitare, per gestire le attività in termini di agricoltura di precisione.

Entrambe sono programmabili mediante monitor touchscreen a colori operanti mediante menù facili e intuitivi, gli stessi che utilizza anche il sistema “Dsm” che funge da terminale informativo, da interfaccia di configurazione delle funzioni di bordo e da terminale video nel caso il trattore sia dotato di telecamere per il controllo visivo e diretto delle attrezzature. A portare queste ultime provvedono due attacchi a tre punte pilotabili per via elettronica da 93 e 35 quintali di capacità, rispettivamente al posteriore e all’anteriore, alla cui capacità provvede un impianto idraulico che nella sua massima configurazione si propone con circuito di tipo load sensing, pompa da lavoro con portata massima di 160 litri al minuto, otto distributori pilotabili per via elettronica e un divisore di flusso a tre vie. Per servire i gruppi funzionali di bordo è invece preposto un impianto ausiliario capace di 44 litri al minuto di capacità, lo stesso che asserve anche l’assale anteriore sospeso e il sistema di molleggio semi attivo della cabina se previsti.

Comodi monolocali

Primo fautore delle cabine a quattro montanti, interamente vetrate e di facile all’accesso grazie alle loro portiere integrali, il gruppo Argo Tractors non ha fatto mancare tale componente sui nuovi Landini serie “7 Robo-Six” prevedendo anche tutte le funzioni oggi necessarie per rendere il più possibile confortevole il lavoro. Fra le dotazioni irrinunciabili su un trattore di classe alta si inseriscono la climatizzazione automatica, il sedile sospeso per via pneumatica e il sistema di isolamento posteriore dell’intero vano dal carro, disponibile in forma meccanica o elettroidraulica semi attiva a seconda delle versioni. Entrambe sono regolabili nella capacità di assorbimento di urti e vibrazioni, funzione che nel caso del gruppo sospeso per via elettroidraulica integra anche la modalità operativa anti dumping. Prevista anche la possibilità di disporre di un assale anteriore sospeso per via oleopneumatica e pilotato in elettronico, contenuto che gioca peraltro anche a favore della produttività e della sicurezza, e, vera chicca, la regolazione elettrica del piantone del volante, roba che neanche le berline di classe alta propongono, vetture alle quali Landini ha guardato per traslare suoi vani i contenuti qualitativi e la cura del dettaglio in essere nel Mondo auto. Sempre in ambito “volante” da segnalare anche il sistema “EazySteer” che modula elettronicamente la sterzata in abbinamento alle opzioni di guida satellitare. Da segnalare la presenza di nuovi tetti che permettono di installare fino a 12 fari da lavoro Led che, assieme agli altri otto disponibili, garantiscono in ogni condizione di luce un’illuminazione a giorno dell’area antistante il trattore.

Due allestimenti e decine di optional

Partendo dall’idea che ogni trattore è una macchina a se e va configurata in modo da permetterle di rispondere al meglio al profilo di missione cui dovrà far fronte, Landini ha deciso di proporre i nuovi serie “7 Robo-Six” in due allestimenti base denominati “Dynamic” e “Active”. I primi sono quelli di più elevate specifiche avanzando impianti idraulici a centro chiuso con distributori elettronici e la consolle di controllo delle principali funzioni di bordo, ivi comprese quelle preposte alla gestione della trasmissione, integrata nel bracciolo destro della poltrona di guida. Gli allestimenti “Active” sono invece studiati per offrire le stesse funzionalità ma mediante gruppi operativi più tradizionali. L’idraulica è quindi a centro aperto, i distributori sono meccanici e i comandi principali sono nella consolle realizzata sul passaruota destro. Comune a tutti e due gli allestimenti la possibilità personalizzare le macchine attingendo a un ricco catalogo di optional i più rilevanti dei quali sono sicuramente costituiti dai caricatori frontali che Landini provvedere a installare già in fabbrica.

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